Ancora buone notizie per neo mamme e neo papà, stanziati 20 milioni di euro
l’anno tramite il Fondo per gli interventi a favore
dell’occupazione giovanile e delle donne.
Ma
non solo, alla corte dei conti è arrivato un decreto che mette a
disposizione in totale quasi 300 milioni di euro per il triennio
2013-2015, per cosa ?
Per
le mamme che dopo il congedo obbligatorio per maternità vorranno
tornare al lavoro.
A
loro verrà data la possibilità di ottenere un “buono”
di 300 euro al mese, per sei mesi (in sostituzione del
congedo parentale), per la baby sitter o l’asilo nido.
Il
decreto introduce «in via sperimentale per gli anni
2013-2015 il congedo obbligatorio e facoltativo del padre, oltre a
forme di contributi economici alla madre, per favorirne il rientro
nel mondo del lavoro al termine del congedo obbligatorio».
Stanziati
78 milioni di euro l’anno per coprire il congedo dei padri.
Mentre
20 milioni di euro annui, sono riconosciuti alle madri lavoratrici
per asilo e baby sitter.
Lo
stanziamento sarà concesso fino a concorrenza delle risorse
disponibili per ciascun anno ed in base alle dichiarazioni Isee.
Tate
e asilo nido
Il
contributo per tate e asili nido è di 300 euro al mese, utilizzabile
per un massimo di sei mesi.
La
madre lavoratrice, al termine del congedo di maternità e negli
undici mesi successivi, ha la facoltà di richiedere, «al posto del
congedo parentale», un contributo utilizzabile per baby sitting,
asili nido pubblico o privato accreditato.
Il
contributo per la tata verrà erogato attraverso il buono lavoro;per
l’asilo verrà erogato direttamente dall’Inps alla struttura.
Dopo
il bando e la domanda, vi sarà una graduatoria nazionale sulla base
dell’ Isee e dell’ordine di presentazione a stabilire la priorità
per la concessione il contributo.
Papà,
obbligo di congedo
Nuovo congedo a disposizione dei papà, fruibile entro i cinque mesi del figlio, per le nascite dal primo gennaio 2013.
IL
congedo obbligatorio è di un giorno (aggiuntivo a quello della
mamma), mentre quello facoltativo di uno o due giorni (in questo caso
viene scalato dal periodo di congedo della mamma).
Il
trattamento economico è a carico dell’Inps ed è pari al 100%
della retribuzione, tale congedo non potrà però essere frazionato
ad ore.
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